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I podcast e l’ascolto privato: un’occasione per riflettere, anche sui grandi temi

Lo smartphone, il device più personale che possediamo, è il dispositivo scelto da 7 ascoltatori di podcast su 10. E i luoghi prediletti sono la casa e la propria auto. Cogliere l’occasione di un ascolto che rimane ancora “tutto per sé” è un’opportunità, anche per andare a fondo di questioni importanti.

di Irene Privitera

È ancora un mezzo intimo, il podcast. Non sappiamo per quanto, ma possiamo affermare che ha ormai abbandonato la sua zona di comfort, fatta di gruppi ristretti di fedelissimi e appassionati. Gli oltre 11 milioni di ascoltatori mensili dell’anno in corso, emersi dall’indagine Ipsos 2022, non fanno più riferimento a una nicchia di mercato. Nonostante questi numeri, l’ascolto dei contenuti audio on demand rimane privato. Lo conferma il fatto che – sempre secondo la ricerca Ipsos – lo smartphone, ovvero il device più personale che ciascuno possieda, quasi un’estensione di sé – sia per il 72% degli ascoltatori il dispositivo più usato. E che la casa (ossia il luogo più intimo che abitiamo e che tendiamo a personalizzare come un rifugio) rimanga il luogo prediletto per l’ascolto (73%), seguito dalla macchina (28%), e in qualche modo anche l’auto a ben pensarci non è altro che un altro piccolo luogo intimo e personale.

Cosa ascoltare? Consigli per orientarsi nella scelta

Cogliere questa occasione di ascolto “tutto per sé” è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. Con i podcast ci si tiene informati, si ride o si riflette su temi profondi, si evade, si studia e si alimentano nuove curiosità. Ma come orientarsi in un’offerta la cui crescita sembra non dare alcun segno di voler rallentare?

I giornali producono podcast giornalistici a cadenza quotidiana o periodica, i podcaster indipendenti si raccontano e affrontano i più svariati argomenti, le case di produzione cavalcano l’attualità con approfondimenti e appuntamenti daily. Stare al passo della mole delle nuove uscite settimanali per chi segue questo mercato non è un’impresa semplice, così come la scelta – per gli ascoltatori assidui, sempre più numerosi – del contenuto sul quale premere play si fa sempre più complicata. Vengono in aiuto le categorie che le piattaforme di streaming hanno inserito per fare ordine fra le proposte: dal true crime alla psicologia, dall’attualità alla storia, fino a comedy e fiction, kids e famiglie, diritti civili ed empowerment femminile. E poi sport, arte, benessere.

Un modo per mettere ordine, all’apparenza banale, è quello di preparare delle liste. Nero su bianco: dai classici post it ai quaderni fino alle note dell’iPhone, scegliete la modalità a voi più consona e dividete gli ascolti che intendete intraprendere a seconda dei desideri, ma anche del momento che pensate di dedicare alla fruizione. Per fare jogging andranno bene i daily o i contenuti leggeri, mentre i viaggi in macchina o i momenti casalinghi sono l’ideale per concentrarsi su argomenti che vanno più in profondità e per immedesimarsi nelle storie di altre persone o nelle testimonianze di chi si mette a nudo attraverso un podcast.

La sceneggiatura adatta

L’idea che per fare podcast basti mettersi a parlare di fronte a un microfono con un sottofondo musicale da aggiungere in post produzione è ormai, e per fortuna, ampiamente superata. Se l’offerta aumenta e le orecchie degli ascoltatori sono sempre più allenate a distinguere un prodotto di qualità (dove anche la forma vuole la sua parte, accanto alla sostanza), chi si occupa di ideare, scrivere e produrre podcast sa bene che deve seguire il trend di un pubblico esigente che ricerca un involucro impeccabile per il prodotto audio.

Il confezionamento di un podcast è qualcosa che ha inizio molto presto, a partire dall’idea. Una storia, anche fortissima, ha bisogno di una sceneggiatura adeguata, di un piano editoriale strutturato, di una scrittura accurata. Solo così è possibile affidare all’ascolto privato del singolo grandi temi come, per fare alcuni esempi, la memoria di Giovanni Falcone (Mi fido di lei, Corriere della Sera) o la storia di Liliana Segre (Tienimi la mano, Chora Media). E dalle storie molto personali si può arrivare a suscitare riflessioni su temi come il razzismo e l’inclusione (Storia del mio nome, originale Spotify). Presto uscirà su tutte le piattaforme una nuova produzione Audio Tales: si chiama Ti scorderai di me. Anche qui si parte da una storia, e da un viaggio, per trattare un tema difficile, profondo e controverso come il suicidio assistito. Un tema che trova il suo posto ideale nell’intimità di un podcast.